Di Galileo Galilei è da sconfessare la leggenda metropolitana secondo la quale le sue famosi osservazioni con il cannocchiale venissero fatte dalla torre della Specola ed è pure improbabile che venissero fatte da Porta Molino, più probabile venisse fatto da casa sua in quella che un tempo si chiamava via Vignoli, ora via Galileo Galilei, inserita in quella che era un tempo nota come contrada Antenore. I luoghi “Galileiani” a Padova sono comunque diversi, tale da poter costruirci un itinerario turistico: guardate la mappa dal sito dell’Università ma la casa è senz’altro un luogo importante. La casa, oggi appartenente alla famiglia Bressanin, era di notevoli dimensioni e comprendeva anche una cantina ed un pollaio. Le sue molte stanze permettevano a Galileo di “arrotondare” il suo stipendio da “precario” ospitando altre persone e studenti a tal punto che non si sposò mai nonostante i 3 figli che le diete la sua donna, Marina Gamba, che continuò a vivere a Venezia.
All’epoca, la zona era piena di giardini ed orti e dall’orto di casa sua Galileo puntava il cannocchiale al cielo. Ora questo orto è nascosto dietro ad un Palazzo che, se non fosse segnalato come la “Casa di Galileo”, probabilmente passerebbe inosservato. L’abitazione di fronte era in realtà la scuderia della sua residenza. Ovviamente nel corso dei secoli la casa ha subito molte modifiche ma interessante il fatto che dal giardino di Galileo Galilei ci fosse una porticina (successivamente murata) che conduceva all’Odeo Cornaro, un complesso edificato da Alvise Cornaro nella prima metà del XVI secolo presso il quale si esibiva anche il famoso drammaturgo Ruzzante che divenne suo amico e di cui apprezzava e volle imparare la parlata in Pavano, la lingua dei contadini di allora. Fu proprio con la scoperta della porta di collegamento con l’Odeo Cornaro che fu certificata che quella era la residenza di Galileo Galilei ed in quell’occasione, nel 1959 fu posta la targa sull’esterno del palazzo. Per approfondire esiste un sito internet ricco di informazioni e documenti Nei 18 anni padovani, Galilei ebbe modo di apprezzare, oltre agli spettacoli del Ruzzante anche i piaceri della tavola ed oltre ad essere un buon consumatore di vino, pare apprezzasse moltissimo il “bollito alla padovana”, un piatto già all’epoca conosciuto e che andava accompagnato con mostarde, salse e senape. Casa di Gianvincenzo Pinelli. E' la prima casa in cui Galileo dimorò a Padova, dal 1592 al 1601. Nella biblioteca Pinelli Galileo preparò la sua prima lezione per l'Università di Padova. Casa di Galileo. Di fronte alla scuola "G. Pascoli". Galileo visse qui fra 1601 e il 1610. L'astronomo scoprì le lune di Giove osservando il cielo sia dalla finestra che dal giardino di questa casa. Palazzo del Bo. Qui Galileo insegnò dal 7 dicembre 1592 al 7 settembre 1610. La sua cattedra si trova oggi nella "Sala dei Quaranta". Chiesa di Santa Caterina. I due figli di Galileo (Livia e Gianvincenzo) furono battezzati in questa chiesa. Il fonte battesimale che un tempo era a Santa Caterina ora si trova nella chiesa di Santa Sofia. Vecchia Canonica. In questa antica canonica Galileo incontrava don Paolo Gualdo, rettore del Duomo di Padova. Biblioteca del seminario di Padova. La prima edizione del "Dialogo sui massimi sistemi" (1632) è conservata in questa biblioteca; le sue pagine contengono le note e le correzioni originali di Galileo.
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